martedì 8 settembre 2015

via Massarotto - Dente del Rifugio

C'è una Massarotto che non abbia un avvicinamento di tre giorni o uno sviluppo di 76 tiri?
Si. Nel protettissimo ambiente del Dente del Rifugio passa una sprotettissima via del grande Mas.

Tempo piuttosto instabile in questi giorni subito dopo ferragosto, quindi vie troppo lunghe meglio solo ammirarle e rimirarle sulle relazioni.


Quindi vada per una via corta e con discesa veloce. E poi sul Dente non c'ho mai scalato. Se faccio questa mi abbuono le altre vie che salgono su di li.
Dalla relazione non sembra poi così dura, V+ ma poche protezioni e poco proteggibile in particolare sul terzo tiro.
E partiamo proprio da questo terzo tiro (che i primi due sono di zoccolo e in comune con la fessura Franceschini). 55 metri di "placca oceanica" (cit.). 3 clessidre, poi un tratto senza niente, 2 chiodi sotto uno strapiombo, un'altro paio di clessidre.
Parto. Passo la prima clessidra, poi la seconda. Poi tiro dritto per dritto. Dopo un po' mi vedo la famosa terza clessidra guardarmi beffarda tre o quattro metri a destra, impossibile da raggiungere. Va beh, metterò qualcosa io... Un metro, due metri, cinque metri, dieci metri, il nulla. Non un buco/fessura/spuntone/lama/ciuffo d'era dove mettere una protezione. Zero. Non guardo sotto, non voglio nemmeno sapere dov'è l'ultima clessidra (e seconda) che ho passato.



Però provo la sensazione bellissima di prendere completo possesso del mio corpo. Ogni più lontana estremità, ogni più piccolo movimento, anche di un capello era nel mio totale controllo. Scalo piano, come poche volte, ma bene e preciso, come poche volte. Finalmente arrivo ai due chiodi sotto lo strapiombo e tiro un bel sospiro.
La relazione dice che si può evitare lo strapiombo per difficoltà minori passando a sx, ma preso dalla foga e dalla presunzione tiro dritto nonostante abbia visto che era tutto bagnato. Qui rischio veramente di volare su un paio di prese viscide. Poi altri venti metri e finalmente la sosta (sopra un cespuglio di mughi).
Un chiodo già presente e l'altro lo metto io (poi tolto).
Quarto tiro IV+ va il Giubi.
Quinto tiro, riprendo io. Passaggio duro subito sopra la sosta, bagnato lercio e mi tocca tirare il chiodo per non finire in braccio al mio compare. Anche questo tiro poco protetto ma chiodabile.
Poi ultimo tiro e roccette finali.




Che dire. La via merita, forse è la più difficile in libera che passa sul Dente. E' poco protetta e l'ho già scritto e si è capito. Sul terzo tiro dopo le prime due clessidre cercare di tenersi a destra e non andare dritti per dritti se non si vuole stimolare ulteriormente lo sfintere.

Prima via del Mas che ho fatto. Probabilmente (anzi, sicuramente) non è sicuramente questo il parametro per apprezzare il talento di questo grande alpinista, però io (per ora) mi accontento.
In futuro chissà...

Relazione: Luca Brigo

lunedì 7 settembre 2015

via Supertegolina - Lastoni di Formin



Supertegolina. Superdura e supersottovalutata. Se Piardi avesse chiodato come a Lumignano, settore appunto "Piardi", zero problemi. Se leggendo le varie relazioni o impressioni dei ripetitori avessimo inteso trattarsi di via con un certo impegno, zero problemi. E invece, zero tituli per noi. E tanti bastoni.


Parte Albe, forte del suo 8a, per la fessura di 6b del primo tiro. Arriva tranquillo al primo spit (alto), poi fa il passo e vola. Rifà il passo e vola. Mette un friend e porconando passa. Imparata la beta io da secondo passo. Porconando.
Parto io, forte del mio farlocco 7c e qualche 7b meno farlocco, per il secondo tiro dato 6c. Scalo con tutta la parsimonia del mondo e poi, in prossimità di un ribaltamento mi blocco. Mono di sinistro, tacca di destro, piedi in spalmo per arrivare a spallare una tacca verticale. "Blocca di nuovo!". Va beh, proviamo ad azzerare... quasi non riuscivo a passare nemmeno con questa antica tecnica. E Albe da secondo fa la mia stessa ingloriosa fine.
Per carità, probabilmente si passava otto metri più a destra dello spit e non l'abbiamo capito, ma voglio proprio vedere come molti ripetitori sono passati in libera...
Terzo tiro, parte Albe. Clessidra e poi spit bello lontano. Dalla sosta odo queste parole del mio compare: "calmo Albe, calmo cazzo, calmo!!". Bene. Passata la paura corre in sosta.


Quarto tiro, sulla carta 7a. Molti lo danno 6c e posso essere d'accordo. Parto gagliardo, mi alzo di una quindicina di metri, spit dopo spit (tre), arrivo alla placca e...manca una piastrina!! noooooo!!! Runout da chilo. "Blocca Albe che se mi prende la ghisa tra uno spit e l'altro arrivo diretto a Cortina..".
Le ho pensate tutte: mettere un cordino a strozzo sul tassello; calarmi e abbandonare; passare a destra e sinistra se ci fosse stata qualche clessidra.. Va beh, forza e coraggio e pedalare. Via quindi un bel po' di metri sotto l'ultimo spit su difficoltà non proprio banali, però che bello arrivare in sosta con queste piccole soddisfazioni!


Recupero Albe che mi lascia anche il tiro seguente, 6b tranquillo spittato un po' allegro.
Tiro seguente riprende Albe su diedro fessura e roccia gialla da verificare in qualche punto (unico tratto della via che presenta globalmente una roccia fotonica).
Settimo tiro riprendo io, sulla carta IV (dove?!?) e V (anche +). Sono generoso.
Ultima lunghezza, da leggere bene perché la sequenza logica di prese porterebbe su difficoltà maggiori, che tiro sempre io su roccia gialla bellissima e che concateno con le classiche "facili roccette".
E finalmente in cima al sole dopo quasi 5 ore all'ombra.
Discesa lunghissima, ma che vale la pena fare dopo aver porconato da spit a spit.

Per il resto non credo che Supertegolina abbia bisogno di altre presentazioni, tranne che è S2 e qualcuno ha provato a portarla ad S3.


Relazione della via su Planet Mountain